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BRUNA VERO e il suo sublime gesto d'amore
Bruna Vero r
Grazie, Gesù, per averci regalato Bruna!
OMELIA PER BRUNA VERO E IL SUO SUBLIME GESTO D’AMORErosa
1 febbraio 2011
“Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo
Vecchiaia veneranda non è la longevità;
il popolo vede senza comprendere;
la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti”.
Queste alcune espressioni tratte dal libro della Sapienza.
Indubbiamente quando una persona a noi cara, nel fiore degli anni, come un fulmine a ciel
sereno, viene a mancare, crolla quell’impalcatura di sicurezza che noi, a volte, ci costruiamo.
Dove trovare un appiglio sicuro, dove trovare un po’ di conforto, dove trovare una risposta a
tanti nostri interrogativi?
Solo alla luce della fede possiamo trovare certe risposte, comprendere che cos’è la vita,
comprendere la precarietà della vita, comprendere la preziosità della vita.
La sorella Bruna stava andando a scuola. Chissà quanti pensieri erano nel suo cuore! La sua
generosità nel dare cultura, dare ascolto, dare comprensione, dare indirizzi ai giovani, ai
ragazzi! All’improvviso è successo qualcosa, di cui possiamo dire ben poco. E’ stato l’inizio
di una tragedia, che oggi, in qualche modo, trova il suo compimento nella liturgia, in questa
liturgia di vita, non di morte; in questa liturgia di speranza, non di disperazione.
Cosa posso dire di Bruna! Ha compiuto la sua esistenza. Il Signore le aveva dato una missione
da compiere. Lei ha vissuto questa missione in famiglia, nella scuola, nella società. Ha
raggiunto la meta, dopo aver regalato tutto di sé, fino all’estremo regalo: il dono dei suoi organi.
Così, in questo momento lei vive non solo nel cuore, nell’animo, nel sentimento, nel ricordo
di tutte le persone che le hanno voluto bene, ma lei continua a vivere, sì, nei corpi di altre
persone a cui ha regalato vita.
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Gesù ha dato la
vita per i propri amici, per ciascuno di noi, Gesù si è fatto pane, si è spezzato, si è donato … si
è fatto bevanda, si è lasciato bere. Anche Bruna, attraverso il gesto sublime della donazione
degli organi si è spezzata, si è donata perché altri vivessero. Certamente il Signore, in risposta
a questo gesto d’amore, in risposta a tutta la sua vita che è stata un inno all’amore e alla
fedeltà, le avrà dato il premio della vita eterna.
Nello scegliere le letture della liturgia ho voluto che si proclamasse il brano evangelico delle
beatitudini i cui verbi sono quasi tutti al futuro. E’ nel Signore che noi troviamo le risposte a
tutte quelle realtà umane che tante volte sono misteriose e incomprensibili.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati! La tristezza, l’afflizione troverà, sì,consolazione.
I miti erediteranno la terra;
quelli che hanno fame e sete della giustizia saranno saziati;
i misericordiosi troveranno misericordia. …
I verbi al futuro stanno a indicare che il compimento della vita si trova in una dimensione di
eternità, in Dio. Ecco, allora, come possiamo vedere e salutare la sorella Bruna: come colei
che ci ha preceduto, ha raggiunto la meta del paradiso, ha donato tutto di sé: ha donato la sua
vita, il suo sorriso, le sue virtù.
Vorrei terminare dicendo: questa liturgia è stata caratterizzata dall’alleluia che è stato cantato.
L’alleluia è l’inno della lode, del grazie, della speranza. Con questo linguaggio di fede, che ci
proietta nella speranza, vogliamo salutare Bruna, nella certezza che lei da lassù continuerà a
pregare, a vegliare, a benedire la sua famiglia.
Mamma Ada, Raffaella, Sergio, vorrei invitarvi: pregate Bruna come si pregano i santi,
parlatele al cuore, certi che lei ascolta questa preghiera, questa invocazione, il vostro grido di
dolore, ma, soprattutto, ogni volta che vi rivolgete a Bruna sorridetele. Penso che questo lei
voglia da voi.