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NUCCIA TOLOMEO è ricordata dall'Arcivescovo: Omelia durante il 7° Convegno

Arcivescovo Antonio Ciliberti

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NUCCIA TOLOMEO rosa

è ricordata dall'Arcivescovo Mons. Antonio Ciliberti: Omelia durante il 7° Convegno


Mercoledì 26 gennaio 2011 alle ore 17,30, nel 14° anniversario della morte della Serva di Dio Nuccia Tolomeo e 1° anniversario della conclusione della sua Causa di beatificazione, la chiesa di Catanzaro-Squillace ha celebrato nella chiesa del Monte, dove riposano i suoi resti mortali dal 1 novembre 2010, il settimo convegno diocesano per approfondire la spiritualità di questa fedele figlia di Dio e della chiesa, che si era offerta vittima d'amore per l'umanità sofferente.

L'arcivescovo, Mons. Antonio Ciliberti, ha presieduto una solenne concelebrazione eucarestica di ringraziamento al Signore per averci dato Nuccia.

Con grande affetto io vi saluto nel Signore in questo giorno così bello, nel quale
vogliamo commemorare, dopo 14 anni della sua dipartita, la carissima Nuccia Tolomeo,
nostra sorella che, con dignità, ci ha preceduto nella fede e nella testimonianza di essa. Questo
saluto cordiale e fraterno è per tutti voi; giunga a tutti i figli della nostra città e, in maniera
particolare, agli amici di Nuccia.
Ma consentitemi che questo saluto abbia ancora accenti di particolari gratitudine nei
confronti, innanzitutto, del carissimo Padre Pasquale, che zela con passione apostolica la
bontà di questo singolare processo.
Siamo qui, intorno a una singolare figura, la carissima Nuccia, per cui tutti siamo
impegnati a sostenere il processo della sua beatificazione, e quindi, in una prospettiva di
speranza, il processo della sua canonizzazione. Guardare ai nostri fratelli che ci hanno
preceduti nella fede sostanzialmente cosa vuol dire per noi? La risposta a questo interrogativo
l’attingiamo in maniera pregnante innanzitutto nel libro santo. Quando il libro sacro dice che
Dio è tre volte santo vuol dire precisamente questo: che Egli è la santità. In Cristo possiamo
cogliere la perfezione della santità. Egli è tre volte santo. Dunque noi saremo santi in misura
in cui rassomiglieremo sempre più a Gesù Cristo, in misura in cui ci identificheremo a Lui, o
meglio ancora, come insegna l’apostolo, in misura in cui ci cristificheremo. Il santo, allora, è
colui che nella semplicità della sua vita ripropone la stessa santità di Cristo. Ve lo auguro a
tutti: la santità è la finalità naturale della nostra vita. Perché l’uomo possa dare un senso
compiuto alla sua quotidiana esistenza dovrà essere davvero santo. E’ la santità che da senso
compiuto alla nostra vita umana. Allora noi daremo un senso autentico alla nostra quotidiana
esistenza in misura in cui riproporremo, nella povertà della nostra carne, il Cristo vivo nella
perfezione della sua santità.
Su questo concetto fondamentale proiettiamo la figura di questa nostra sorella, la
carissima Nuccia. Ella è la proposta incarnata della santità di Cristo nella povertà della
sua vita. Ella per fare questo, innanzitutto ha dovuto slegare la sua quotidiana esistenza dalle
grinfie delle cose caduche e contingenti di quaggiù, che rendono meschina e assai povera la
nostra esistenza. Si è liberata dal legame con le creature, si è liberata dall’involucro materiale
del suo essere umano, dal suo corpo segnato e, sulla esemplarità di Cristo, in maniera
crocifissa, ha vissuto con intensità la sua relazione di verità e di amore con Gesù. Accogliendo
Cristo nel mistero della sua vita, come il Verbo di Dio che si è fatto carne, come reincarnata
verità, perché è nello splendore di Cristo-Verità avesse potuto orientare con sicurezza la sua
vita sulla via della salvezza.
Ma, insieme, ha accolto Cristo come Vita nel mistero della sua esistenza, utilizzando
in maniera efficace, tutti i sacramenti, ma, in maniera particolare, il sacramento
dell’Eucaristia, là dove Cristo si fa cibo dell’anima, alimento nell’arsura del nostro Spirito,
per satollarci nella maniera più autentica e piena.
Con Cristo Nuccia ha realizzato davvero quest’intimo rapporto, questa perfetta
relazione. E il Signore ha voluto suggellare la bontà di questo rapporto, di questa
perfettissima comunione, facendola partecipe della sua passione, come autentica anima
della vera gioia cristiana.
Ed è chiaro che Nuccia, riempita di Cristo, nella pienezza di questa gioia sofferta,
attraverso la testimonianza della sua missionarietà, cosa ha fatto in mezzo a noi? Parlò
all’Onnipotente della realtà di tutto il mondo. Ha irradiato Cristo vivo nella realtà della sua
anima bella; e di questa gioia sofferta, personificata dal Cristo che animava la sua vita,
ha contagiato tutti coloro che sono stati a contatto con lei.
Sulla sua esemplarità noi oggi siamo sollecitati dalla verità della Parola di Dio, a dare
corpo a quell’impegno indilazionabile nel quale dobbiamo ritrovarci responsabili e convinti:
l’impegno di dare santità alla nostra vita, di santificare la nostra vita. Allora, con Nuccia
dobbiamo accogliere il Verbo di Dio, la Parola del Signore, perché è nella luce della sua
Verità che daremo il giusto orientamento alla nostra quotidiana esistenza. Con generosità,
qualunque fosse la nostra personale condizione, sulle sollecitazioni di Nuccia, accogliendo la
Verità e la Parola, impegniamoci a spalancare l’animo e il cuore ad accogliere Cristo-Verità,
per avere in Lui l’orientamento sicuro della nostra vita cristiana nella santità, come ci insegna
Nuccia. Questo vi auguro in nome della chiesa attraverso la mediazione della nostra santa
sorella.

 

 
Grazie, Gesù, per averci regalato Nuccia. Alleluia!