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N°77- Messaggio di Nuccia a Pasqua 1996
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Grazie, Gesù, per averci regalato Nuccia. Alleluia!

MESSAGGIO PER PASQUA 1996rosa


Io, il mio angioletto, lo chiamo “Sorriso” e gli voglio molto bene, perché Lui mi
invita ad essere sempre gioiosa e a sorridere a tutti, anche nella sofferenza più grande. Gli
angeli esistono, ma sono poco conosciuti, bisogna riscoprirli, perché sono messaggeri e
potenti mediatori di grazia. Sono sempre accanto a noi, per proteggerci, illuminarci, guidarci,
consolarci ed aiutarci nella quotidiana lotta con la forza del male. Anche a Gesù nell’orto gli
apparve un angelo per confortarlo. Quindi non dimentichiamoci di questo compagno
silenzioso e prezioso. Questa sera vi voglio fare un dono: voglio mandare a tutti voi il mio
angioletto, ha già le ali spiegate; sta volando… aprite le porte dei vostri cuori… non lo
lasciate fuori, perchè fa freddo. Ve lo mando per portarvi il mio sorriso e la mia gioia!
Spero che già sia arrivato, anche a quelli che non lo conoscono.

Lode e gloria al Signore. Domani, domenica delle palme, andiamo incontro a Gesù,
portando in mano le palme e diciamo a gran voce:
Osanna nell’alto dei cieli. Gloria a Te, Re della gloria e della misericordia.

Domani, o mio Signore, sei acclamato e osannato dal popolo e dai discepoli e passi
dall’”osanna” al “sia crocifisso”. Sono due momenti che preparano la Tua ora e, per noi, vai
liberamente incontro alla morte. O mio Gesù, entri in Gerusalemme come re e il Tuo dono è
la pace. La folla Ti acclamava, portando rami di ulivo e Ti veniva incontro, dicendo a gran
voce: “Osanna nell’alto dei cieli, Osanna al Figlio di Davide, Benedetto Colui che viene nel
nome del Signore”. Grazie, mio Gesù, perché non hai sottratto la Tua faccia agli insulti e hai
sopportato tutto con dignità e mitezza. Tu, il Giusto che soffre senza colpa per noi! Grazie!
Lode a Te! Fa che noi possiamo sempre lodarti, ringraziarti, acclamarti e seguirti con fedeltà e
amore nell’ora oscura e vivificante della croce.

Anche quest’anno, grazie a Dio, a tutta la grande famiglia di Radio Maria voglio
ricordare con molta umiltà il significato e la finalità di questa festa. In questi quaranta giorni
abbiamo meditato i dolori di Maria e le sofferenze di Gesù. Abbiamo capito che l’intera vita
di quaggiù ha le sue prove, è cosparsa di contrarietà, di disagi e d’infinite sofferenze. Ma alla
fine anche per noi ci sarà la domenica di Pasqua. Sul buio del venerdì santo incalza lo
splendore della luce del mattino di Pasqua
, quando Cristo, spezzando i vincoli della morte,
risorge vincitore dal sepolcro. La madre addolorata vide il suo Gesù, spogliato delle sue vesti,
incoronato di spine, deriso, flagellato, lo vide ascendere al calvario, ma fu forte.

Cerchiamo anche noi di abbracciare e baciare la croce e portarla con generosità.
Molti sfuggono la croce, ma non trovano la felicità. Giovani, sorelle, fratelli, se non
imparate ad accettarla, non potete diventare forti, non potete rimanere fedeli. E voi, miei cari
ammalati nel corpo e nello spirito, accettatela, sopportatela con coraggio: essa è sempre una
parte della croce di Cristo. E, come Simone di Cirene, noi possiamo portarla insieme a Gesù
per un breve tragitto. Qui sulla terra l’uomo può adorare, amare e lodare il Signore con cuore
colmo d’amore, di pace, di gioia, anche nella sofferenza, perché diventa fonte di grazia. Il
mistero della croce ci pone davanti agli occhi la visione immensa di tanti poveri tribolati,
orfani, anziani, malati, prigionieri, deboli, esiliati. Per tutti chiedo forza, chiedo la
consolazione, che sola da speranza. Dal calvario è passato Cristo, è morto, ma è anche
risorto. E’ con questi occhi che noi tutti, da buoni cristiani, dobbiamo osservare le vicende
umane. Dolore e morte, calamità e miseria possono appesantire le nostre spalle, ma non
dobbiamo abbatterci nello spirito. Maria, Madre del dolore, sei Madre della speranza e della gioia.

La croce di Cristo ci esorta a rivivere i suoi sentimenti di donazione, di perdono,
di sacrificio di sé per la nostra salvezza. In quell’ora Cristo ci ha fatti una sola famiglia, la
famiglia di Dio, di cui, Egli è il fratello maggiore. Sentiamoci, quindi, tutti fratelli, pronti a
perdonarci, a volerci bene, come Lui ne ha voluto a noi e sacrificarci gli uni per gli altri. In
questo momento di grande fraternità, di grande gioia, perché Cristo è risorto e vivo, presente
in mezzo a noi, vada il nostro pensiero e la nostra carità al fratello che ci ha fatto soffrire, che
ci ha fatto del male, al fratello che ha bisogno, al fratello sofferente, abbandonato, solo
calunniato, ferito, maltrattato, violentato, oppresso.

Formiamo tutti insieme questa notte la grande famiglia della carità e solo così potremo
dire al Signore: Ti offriamo, l’amore, la carità che ci hai insegnato e offerto dall’alto della
croce. Accettaci come famiglia riunita nel tuo nome, nella carità, nella solidarietà, nel
servizio, che ci fa servi di amore l’uno dell’altro. Domenica di Pasqua sia il primo giorno, il
giorno in cui la vita di tutti diventa gioia e assume la dimensione della certezza.
Cristo, nostra vita è veramente risorto.
E l’augurio, avvalorato dalla preghiera, che io vi voglio fare è questo: Sappiate
trasformare in gioia il dolore. Vivendo Cristo, vi accorgerete che Dio vive in voi, in noi. Lui
ci benedirà, colmerà i nostri cuori di intima profonda consolazione, anche in mezzo alle
inevitabili sofferenze della vita. Sorelle, fratelli, Cristo è veramente risorto! Alleluia. Gioiamo
ed esultiamo, Cristo risusciti in tutti i cuori. Diventiamo per Cristo tutto quello che Lui è
diventato per noi! Alleluia, Alleluia.

Auguri di ogni bene a tutti, vi abbraccio e vi benedico.
E ora, come sempre, permettimi, Federico, di salutare tutta la grande famiglia di
Radio Maria, ad incominciare da Padre Livio, ai fratelli ristretti, particolarmente Nino, Lucio,
Salvatore e il fratello Carlo. A voi giovani: “Aprite il cuore alla gioia e alla speranza”. E
tu, caro Federico, continua ad essere il portavoce della perla preziosa. Auguri per la tua
famiglia. Ancora auguri di ogni bene a tutti voi. Vi abbraccio e vi benedico nel nome del Signore.

Nuccia