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Nuccia Tolomeo
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Testamento
cuore

Video:LA MIA ULTIMA PREGHIERA

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Video: Le parole del papa Benedetto XVI° nella Via Crucis della Pasqua 2011

 

 

 

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Il 24 gennaio 2010 è stato concluso il processo diocesano di beatificazione di Nuccia Tolomeo.
Nata a Catanzaro il 10.4.1936 e morta il 24.1.1997,
è vissuta paralizzata su una sedia per tutta la vita.
La fede in Gesù Crocifisso ed in Maria è stata la sua forza. Si è offerta vittima d'amore per l'umanità sofferente, testimoniando nella gioia l'Amore Misericordioso di Dio. Le sue virtù teologali e umane hanno lasciato una grande risonanza.
E' stata collaboratrice a Radio Maria con Federico Quaglini. La sua casa era aperta costantemente alla accoglienza. A tutti Nuccia regalava un sorriso, un ascolto, un conforto, un consiglio ed una preghiera.

Ogni 5° sabato del mese su "radio missione francescana" dei cappuccini di Varese nel programma ‘Insieme nella notte’, dalle 22,10 in poi, Federico Quaglini e Padre Pasquale Pitari riflettono sulla spiritualità della sofferenza, partendo dai messaggi di Nuccia Tolomeo.
Per ascoltare la radio su internet cliccare sul seguente link:Ascolta in diretta

Lo stesso programma, condotto da Federico Quaglini con il supporto tecnico di Alessandro, va in onda ogni sabato notte dalle 22,10 sotto la protezione di San Pio da Pietrelcina e di Nuccia Tolomeo.

calice

PREGHIERA DI NUCCIA

O Signore, Ti amo sempre: il mio amore aumenta giorno per giorno; continuo ad offrirmi vittima d'amore per Te, a Te, al Tuo amore misericordioso, per la salvezza di tutti i peccatori e di tutta l'umanità penante. Ardo dal desiderio di strappare i fratelli e le sorelle, che si trovano nel buio. O mio Signore, una goccia del Tuo Sangue Preziosissimo falla cadere su ogni lingua, che osa bestemmiarti e oltraggiarti, e fa che da queste bocche si possano innalzare canti di lode e di ringraziamento.

Visitate spesso la home page www.nucciatolomeo.it
Troverete un messaggio
di amore e di speranza.

 

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Nuccia, prega per noi!

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Grazie, Nuccia,

per la tua testimonianza,

per il tuo sorriso,

per la tua parola,

per la tua sofferenza!

 

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Nuccia e il mistero pasquale di Gesù

PENSIERI: PASQUA 94

Gesù, perdonami se durante il tuo deserto, il tuo Getsemani, spesso Ti ho abbandonato.
Non ho capito che essere stata chiamata a farTi compagnia nella solitudine e nell'angoscia è grazia.
Tu sei buono e misericordioso: ancora una volta mi sento perdonata, abbracciata,
carezzata con l'amore tuo compassionevole.
Gesù, unita alla mia immensa miseria, ti presento l'umanità penante, disperata,
brancolante nel buio, nella disperazione. Abbi misericordia ancora una volta: concedi il tuo perdono. Una goccia del tuo sangue su ogni creatura, una carezza piena d'amore
compassionevole. Grazie, Gesù, maestro buono.

L’umiltà disarma Dio, rende l’anima dolce, mite, paziente, calma, serena, docile,
rassegnata, compassionevole, senza tristezza, senza stanchezza.
Volontà di Dio, paradiso mio.

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crocifisso

MESSAGGIO DI PASQUA 1995 (film)rosa


Miei cari, sono ancora qui con voi per farvi giungere il mio messaggio di Pasqua, che nasce da un amore crocefisso. In una gelida notte di dicembre nacque Gesù; in un tiepido mattino d’aprile nacqui io, fragile creatura nel segno della croce, nel giorno in cui si adora la croce: il venerdì santo. Questo, per me, il sigillo del Padre; questo il mio itinerario di vita, la mia consolazione, la mia forza.
Nella sua infinita misericordia e sapienza, il Signore ha preparato per me un corpo
debole, per il trionfo della sua potenza d’amore. La stessa forza misteriosa, che ribaltò la pietra del sepolcro e vinse la morte, quella stessa forza continua a irradiarsi nel mondo per riparare, supplire, liberare, redimere mediante il perenne sacrificio degli innocenti e l’adesione coraggiosa delle anime generose, aperte al progetto di Dio. Proprio per questo, il Signore suscita in ogni tempo anime innamorate del crocefisso, disposte ad imitare Cristo. A loro affida la missione sacerdotale, profetica e regale di Gesù , rimasta incompiuta. Per queste anime predilette dal Padre, Cristo è il maestro interiore, l’amico, il modello dell’amore crocefisso, l’esempio del servo sofferente, che impara l’obbedienza dal suo patire e, pe amore, tutto soffre, tutto sopporta, tutto perdona, fino al “consummatum est”, divenendo così forza di unione e ponte spirituale tra la terra e il cielo.

Sentendomi onorata da questa nobile chiamata, in virtù del santo battesimo e della croce affidatami, il mio cuore riconoscente esulta di gioia, loda e ringrazia il Signore, che si è fidato di me, nonostante la mia miseria, la mia nullità. Lodo e benedico il Signore per la croce, di cui mi ha fregiata, perché crocifiggendo la mia carne, ha pure crocifisso i miei pensieri, i miei affetti, i miei desideri, e persino la mia volontà, per fare di me sua gradita dimora, suo compiacimento, suo tabernacolo vivente.

Grazie alla croce di Cristo, oggi posso, quindi, affermare con l’apostolo Paolo che
“Non sono più io a vivere, è Cristo che vive e opera in me”. Grazie alla croce, la mia vita, apparentemente spezzata, sterile, vuota, ha pian piano acquistato significato. Anche nella malattia, nella sofferenza, una creatura come me ha potuto e può ancora rendersi utile, offrendo a Dio i meriti della sua croce, in unione a quella di Cristo ed elevare preghiere di intercessione per la salvezza dell’umanità. Con Cristo, in Cristo, per Cristo, la croce è diventata la mia compagna di viaggio, ogni pena m’è diletto, pensando alla meta. Gesù è il mio angelo consolatore, il buon Cireneo, pronto a soccorrermi, quando la croce diventa troppo pesante. Credo, infatti, che sia proprio Lui a soffrire in me e a portare la mia croce nei momenti più duri della prova. Credo che sia Gesù in me a pregare il Padre, come fece sulla croce, offrendosi ed invocando il perdono dei peccatori. Durante la prova il buon Dio mi concede talvolta una pausa: è questa la quiete dell’anima mia, il riposo del mio corpo.
Grazie a Dio, il dolore per un breve tempo scompare e una tiepida dolce luce mi
avvolge come un tenero abbraccio. E’ la presenza del Padre, che si commuove fino alle
lacrime, si compiace della mia offerta, della mia obbedienza e mi comunica il suo amore
riconoscente. Il suo abbraccio è il balsamo che guarisce le mie piaghe, la forza che accresce in me la fede, la speranza della meta, la carità, il coraggio nel soffrire.

In questo mare sconfinato di amore e di tenerezza, l’anima mia esulta, come quello di Maria, e dal profondo del mio cuore sale a Dio un cantico di lode, di benedizione, di gratitudine per quello che Egli ha fatto e che fa nella mia vita. E’ il momento culminante della mia preghiera, in cui la divina potenza d’amore opera in me, mediante l’offerta del sacrificio e mi fa sperimentare momenti di resurrezione, dopo momenti di morte, vincendo in me il dolore e la paura della croce.

Quale tesoro nasconde il dolore! Quanta sapienza nella croce! Bisogna pregare il buon Dio che riveli a tutti il segreto e la potenza del dolore, ma soprattutto che dia a ciascuno un animo docile e generoso, disposto ad accettare con cuore grato le piccole e grandi croci della vita, come doni di Dio. Solo così, infatti, l’uomo consente al Padre di trasformare la sofferenza umana in potenza di resurrezione, che dona giovinezza e forza allo spirito e trasforma il peccato in grazia. Tante sono le croci dell’uomo, ma ve n’è una per ciascuno di noi, dalla quale dipende tutta la nostra salvezza e la redenzione dei fratelli, dei quali il Padre ci elegge custodi. Questa è la croce di Cristo, la croce che dobbiamo imparare di più, cominciando a convivere serenamente con essa tutti i giorni della nostra vita, finché vorrà Dio, attraversando fiduciosi e pazienti ogni difficoltà, anche le più tremende, sicuri di avere per compagno Gesù, nostro scudo, nostro baluardo, nostra potente salvezza. Il nostro combattimento spirituale è così affidato a Cristo, che soffre e prega per noi, giungendo coraggiosamente alla meta senza timore.
Questo è il segreto della croce.

Vi invito quindi a pregare davanti alla croce, sempre, per ottenere da Gesù il suo Spirito, che non è spirito di timidezza dinanzi al dolore, ma Spirito d’amore, che fuga il timore e vince il dolore, perché l’amore è più grande di ogni dolore. Uniti a Cristo, è possibile perfino amare la croce e soffrire con dignità, pronti a consegnarci nelle mani di Colui,che, solo, sa trarre dal dolore la gioia. Si, fratelli, la gioia nasce dal dolore, perché la gioia è frutto della sofferenza. Quindi, gioia e dolore sono facce della stessa moneta: la vita. Allora, coraggio, uniamoci tutti a Cristo e partecipiamo alla sua sofferenza, mediante l’offerta di noi stessi. Ricordiamo che, se partecipiamo alla sua morte, un dì saremo anche partecipi della sua gloria, perché non c’è resurrezione senza morte. Nuccia

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Gesu risorto 2

MESSAGGIO PER LA PASQUA 1996 (film) rosa
Io, il mio angioletto, lo chiamo “Sorriso” e gli voglio molto bene, perché Lui m'invita ad essere sempre gioiosa e a sorridere a tutti, anche nella sofferenza più grande. Gli angeli esistono, ma sono poco conosciuti, bisogna riscoprirli, perché sono messaggeri e potenti mediatori di grazia. Sono sempre accanto a noi, per proteggerci, illuminarci, guidarci, consolarci ed aiutarci nella quotidiana lotta con la forza del male. Anche a Gesù nell’orto gli apparve un angelo per confortarlo. Quindi non dimentichiamoci di questo compagno silenzioso e prezioso. Questa sera vi voglio fare un dono: voglio mandare a tutti voi il mio angioletto, ha già le ali spiegate; sta volando… aprite le porte dei vostri cuori… non lo lasciate fuori, perchè fa freddo. Ve lo mando per portarvi il mio sorriso e la mia gioia! Lode e gloria al Signore.

Domani, domenica delle palme, andiamo incontro a Gesù, portando in mano le palme e diciamo a gran voce: Osanna nell’alto dei cieli. Gloria a Te, re della gloria e della misericordia.
Domani, o mio Signore, sei acclamato e osannato dal popolo e dai discepoli e passi dall’”osanna” al “sia crocifisso”. Sono due momenti che preparano la tua ora e, per noi, vai liberamente incontro alla morte. O mio Gesù, entri in Gerusalemme come re e il tuo dono è la pace. La folla Ti acclamava, portando rami di ulivo e Ti veniva incontro, dicendo a gran voce: “Osanna nell’alto dei cieli, Osanna al Figlio di Davide, Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”. Grazie, mio Gesù, perché non hai sottratto la tua faccia agli insulti e hai sopportato tutto con dignità e mitezza. Tu, il Giusto che soffre senza colpa per noi! Grazie! Lode a Te! Fa che noi possiamo sempre lodarti, ringraziarti, acclamarti e seguirti con fedeltà e amore nell’ora oscura e vivificante della croce.

Anche quest’anno, grazie a Dio, a tutta la grande famiglia di Radio Maria voglio ricordare con molta umiltà il significato e la finalità di questa festa. In questi quaranta giorni abbiamo meditato i dolori di Maria e le sofferenze di Gesù. Abbiamo capito che l’intera vita di quaggiù ha le sue prove, è cosparsa di contrarietà, di disagi e d’infinite sofferenze. Ma alla fine anche per noi ci sarà la domenica di Pasqua. Sul buio del venerdì santo incalza lo splendore della luce del mattino di Pasqua, quando Cristo, spezzando i vincoli della morte, risorge vincitore dal sepolcro. La madre addolorata vide il suo Gesù, spogliato delle sue vesti, incoronato di spine, deriso, flagellato, lo vide ascendere al calvario, ma fu forte. Cerchiamo anche noi di abbracciare e baciare la croce e portarla con generosità.

Molti sfuggono la croce, ma non trovano la felicità. Giovani, sorelle, fratelli, se non imparate ad accettarla, non potete diventare forti, non potete rimanere fedeli. E voi, miei cari ammalati nel corpo e nello spirito, accettatela, sopportatela con coraggio: essa è sempre una parte della croce di Cristo. E, come Simone di Cirene, noi possiamo portarla insieme a Gesù per un breve tragitto. Qui sulla terra l’uomo può adorare, amare e lodare il Signore con cuore colmo d’amore, di pace, di gioia, anche nella sofferenza, perché diventa fonte di grazia. Il mistero della croce ci pone davanti agli occhi la visione immensa di tanti poveri tribolati, orfani, anziani, malati, prigionieri, deboli, esiliati. Per tutti chiedo forza, chiedo la consolazione, che sola da speranza. Dal calvario è passato Cristo, è morto, ma è anche risorto. E’ con questi occhi che noi tutti, da buoni cristiani, dobbiamo osservare le vicende umane. Dolore e morte, calamità e miseria possono appesantire le nostre spalle, ma non dobbiamo abbatterci nello spirito. Maria, Madre del dolore, sei Madre della speranza e della gioia.

La croce di Cristo ci esorta a rivivere i Suoi sentimenti di donazione, di perdono, di sacrificio di sé per la nostra salvezza. In quell’ora Cristo ci ha fatti una sola famiglia, la famiglia di Dio, di cui, Egli è il fratello maggiore. Sentiamoci, quindi, tutti fratelli, pronti aperdonarci, a volerci bene, come Lui ne ha voluto a noi e sacrificarci gli uni per gli altri. In questo momento di grande fraternità, di grande gioia, perché Cristo è risorto e vivo, presente in mezzo a noi, vada il nostro pensiero e la nostra carità al fratello che ci ha fatto soffrire, che ci ha fatto del male, al fratello che ha bisogno, al fratello sofferente, abbandonato, solo calunniato, ferito, maltrattato, violentato, oppresso.

Formiamo tutti insieme questa notte la grande famiglia della carità e solo così potremo dire al Signore: Ti offriamo, l’amore, la carità che ci hai insegnato e offerto dall’alto della croce. Accettaci come famiglia riunita nel Tuo nome, nella carità, nella solidarietà, nel servizio, che ci fa servi di amore l’uno dell’altro. Domenica di Pasqua sia il primo giorno, il giorno in cui la vita di tutti diventa gioia e assume la dimensione della certezza. Cristo, nostra vita è veramente risorto.
E l’augurio, avvalorato dalla preghiera, che io vi voglio fare è questo: Sappiate trasformare in gioia il dolore. Vivendo Cristo, vi accorgerete che Dio vive in voi, in noi. Lui ci benedirà, colmerà i nostri cuori di intima profonda consolazione, anche in mezzo alle inevitabili sofferenze della vita. Sorelle, fratelli, Cristo è veramente risorto! Alleluia. Gioiamo ed esultiamo, Cristo risusciti in tutti i cuori. Diventiamo per Cristo tutto quello che Lui è diventato per noi! Alleluia, Alleluia.
Auguri di ogni bene a tutti, vi abbraccio e vi benedico.

E ora, come sempre, permettimi, Federico, di salutare tutta la grande famiglia di Radio Maria, ad incominciare da Padre Livio, ai fratelli ristretti, particolarmente Nino, Lucio, Salvatore e il fratello Carlo. A voi giovani: “Aprite il cuore alla gioia e alla speranza”. E tu, caro Federico, continua ad essere il portavoce della perla preziosa. Auguri per la tua famiglia. Ancora auguri di ogni bene a tutti voi. Vi abbraccio e vi benedico nel nome del Signore. Nuccia

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NUCCIA, VITTIMA D'AMORE (gloria.tv)

 
ATTENZIONE: APRIRE UN NUOVO FILM DOPO AVER CHIUSO IL PRECEDENTE
 

Nuccia Tolomeo è nata a Catanzaro il 10.4.1936 ed è morta il 24.1.1997. E' vissuta paralizzata su una sedia per tutta la vita.
La fede in Gesù Crocifisso ed in Maria è stata la sua forza. Si è offerta vittima d'amore per l'umanità sofferente, testimoniando nella gioia l'Amore misericordioso di Dio. Le sue virtù teologali e umane hanno lasciato una grande risonanza. I suoi messaggi a Radio Maria nel programma "Il fratello" e nella rubrica "Beati gli ultimi", condotti da Federico Quaglini, sono colmi di umanità e di sapienza. Il suo
Testamento Spirituale è un vero Vangelo per l'uomo di oggi, che cerca un senso al mistero del dolore. Tantissime persone hanno iniziato una intensa corrispondenza con lei. Degna di nota è la corrispondenza con i carcerati.
La sua casa era aperta costantemente all'accoglienza. A tutti Nuccia regalava un sorriso, un ascolto, un conforto, un consiglio ed una preghiera.
"Ogni malato possa sperimentare nella sollecitudine di chi gli è accanto la potenza dell'amore di Dio e la ricchezza della sua grazia che salva" (Benedetto XVI)

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Dall'omelia di Padre Pasquale Pitari il giorno delle esequie di Nuccia il 25 gennaio 1997 (Video)

"..E' stata una grazia avere incontrato sei anni addietro Nuccia; un incontro quasi casuale, ma da allora è iniziato un colloquio, un'intimità con Nuccia che, bontà sua, ha voluto fossi la sua guida spirituale. M’aveva telefonato cinque giorni addietro; proprio venerdì, il giorno della sua morte, desiderava che celebrassi in casa sua. Venivano degli amici dalla Sicilia e desiderava la Santa Eucaristia. Il Signore ha voluto che fosse lei a celebrare questa eucaristia, entrando nella gloria del Padre, per ricevere il premio della sua fedeltà.
“Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo, se invece muore, produce molto frutto” (Giov.12,24). E Nuccia ha prodotto molto frutto, proprio perché ha vissuto la sua debolezza, la sua fragilità, la sua impotenza umana in intimità con Gesù sulla croce.
“E’ venuta l’ora; glorifica il Figlio tuo, affinché il Figlio glorifichi Te”! ( Giov. 17,1). L’ora di cui parla Gesù è l’ora del Calvario, l’ora della croce. Gesù associa il tema della gloria al tema della croce. Nuccia morendo, celebrando questa eucaristia (rendimento di grazie), riceve la gloria, partecipa alla gloria di Cristo Risorto.
“Dov’è abbondata la debolezza, è sovrabbondata la grazia”! (Rom. 5,20). Nuccia, la conoscevamo tutti, era la sofferenza in persona! Tutta la vita passata lì su una sedia, ma conosciamo anche quanto la grazia ha operato in lei: quante persone qui presenti hanno ricevuto da una parola di Nuccia conforto, speranza! Quanti pianti sono stati asciugati! Quante lacerazioni sono state sanate! Non solo da Catanzaro, da tutta Italia si ricorreva a lei. Ogni volta che io ero con lei, c’erano sempre quelle tre o quattro telefonate che venivano da Palermo, da Milano, da Brescia… e le lettere che riceveva, …e le conversioni che il Signore operava attraverso la testimonianza semplice di Nuccia. La signora Maria Spasari subito dopo dirà qualche cosa sull’apostolato che Nuccia ha compiuto a Radio Maria. Anche questa sera, nel programma di Federico,  a mezzanotte circa, sarà letto il suo messaggio: una preghiera, in cui si immola, si offre totalmente al Padre per i lontani, per coloro che non vanno incontro a Dio, per coloro che vivono situazioni di difficoltà. Lei si immola, si abbandona in Dio e invita tutti con la sua flebile voce a trovare nel Signore la risposta ai loro problemi.
“Ti ringrazio, o Padre, che hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mat.11,25). Come è vera questa preghiera di Gesù! Nuccia viveva questa infanzia evangelica e, proprio per questo, era stata toccata dalla grazia.
Credo che la testimonianza più bella, che lei ci dava,  era il suo sorriso, quel sorriso che era di una semplicità incredibile, inimmaginabile, incomprensibile da un punto di vista umano... Lei, che secondo i canoni della bellezza non aveva niente, era la bellezza, perché in lei si rifletteva la bellezza di Dio: nei suoi occhi, nella sua voce, nel suo cuore c’era la ricchezza di Dio, la presenza di Maria, la tenerezza della sorella.
Certo è la Chiesa che deve canonizzare i santi, ma non vi nascondo che la prima riflessione che ho fatto, appena l’ho vista morta, è stata questa: è morta una santa. Da ieri ad oggi mi sono trovato nella mia vita sacerdotale in tre situazioni dolorosissime, comprendevo la mia inefficienza, ho pregato, ho detto la mia parola semplice e nel profondo del cuore ho invocato Nuccia. “Tu che sei in questo momento accanto al Signore, ora puoi, prega, offri il tuo “sorriso”(il suo angioletto aveva questo nome) al Padre, perché usi la sua misericordia”. Questa preghiera, che ho fatto io, fatela anche voi nella vostra giornata, e nei momenti tristi ricordate il suo sorriso, la sua accoglienza, la sua delicatezza, la sua sensibilità, la sua squisitezza, anche umana. Amen”.

s Maria di Fatima s

La Madonna di Fatima visita la sua casa

“Nel  1995 la statua della Madonna di Fatima è stata solennemente troneggiata nella sua camera per divenire la Regina di amore, la Guida, la Consigliera, l’Amica. Era felicissima e ci invitava ad innalzare canti di gioia, a pregare, a cantare il magnificat per le grandi cose che aveva fatto il Signore in lei e soprattutto  per averla messa in  croce e averla lasciata per tutto quel tempo. Sono stati tre giorni di paradiso: le sue labbra, i suoi occhi, rivelavano lo strumento dolcissimo che Nuccia era divenuta in Cristo, rivelavano la festa che viveva nella sua anima, una gioia indicibile. Amava tanto Maria, l’ha amata teneramente e profondamente. In quei giorni ci fu un via vai di tante persone. Fu pure celebrata in casa la Santa Messa da padre Pasquale, seguita con fede e intensa partecipazione emotiva da Nuccia e da tanti amici”. (dalla Biografia scritta dalla cugina Ida Chiefari).